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Amori briciola: la dipendente affettiva e l’uomo “impegnato”

Amori Briciola | Dipendiamo.blog

“Accontentarsi delle briciole può diventare un’abitudine quando si convive ogni giorno con i morsi della fame d’amore”.

Molto spesso le donne accettano per lungo tempo di permanere in una relazione fatta di briciole di tempo e di affetto, ovvero Amori Briciola caratterizzati dall’assenza di condivisione, di progetti, di amore autentico verso l’altro.

Amori briciola

Come spiegato nel precedente articolo “Incastri” di coppia nella Dipendenza Affettiva , questo tipo di legame fa parte di uno dei tre gruppi in cui sono suddivisi le relazione in cui il partner dipendente affettiva instaura, insieme ai “Co-dipendenti” e a “L’uno insegue e l’altro scappa”.

Appartengono a questa categoria due tipi di legami:

Oggi illustrerò la prima tipologia di legami briciola, quello tipico delle dipendenti affettive che diventano amanti di uomini che hanno già una relazione.

Le amanti: donne che si accontentano delle briciole

“Mi aveva raccontato di essere separato in casa, giurato che non c’era più amore con la moglie. Mi aveva spiegava che era rimasto con lei solo per i figli e che presto l’avrebbe lasciata per cominciare una nuova vita con me. Dopo 12 anni sto ancora aspettando di essere scelta”. Barbara, 47

Sono davvero numerose le donne che, in modo del tutto inaspettato anche per loro stesse, cominciano ad instaurare una relazione con uomini sposati diventando le loro amanti.
Il legame con un uomo sposato si nutre, nella maggior parte dei casi, di dolore e illusioni reciproche.
L’uomo si illude di evadere dalle fatiche, dall’abitudine e dai conflitti insiti nella vita di coppia, cercando una distrazione “esterna” attraverso una nuova donna disponibile a rivitalizzarlo.
La donna, in molte circostante una dipendente affettiva, accetta di divenire la sua amante, nella convinzione, o meglio nell’illusione, di essere prima o poi “scelta” da lui come premio per “averlo fatto rinascere e salvato da una relazione senza più passione”.

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Lo scenario reale si profila molto differente.
Solitamente, dopo i primi periodi (pochi mesi) di passione travolgente, promesse e fantasie di una vita insieme, l’uomo impegnato comincia a fare “passi indietro” mostrandosi sempre più reticente all’idea di lasciare la moglie.
Si giustificano dipingendosi come “vittime” di donne vendicative che, con ogni probabilità, gli impedirebbero un rapporto con i figli nel caso dovessero lasciarle.
La donna, soprattutto se dipendente affettiva, vive nell’attesa costante di ricevere un segnale, un messaggio, qualsiasi briciola di tempo lui le possa dedicare. Spesso non prendono impegni, impoverendo sempre più le proprie vite, nella speranza che l’uomo possa liberarsi anche solo qualche minuto.

Evitano di raccontare alle amiche quello che stanno vivendo, spaventate all’idea di un giudizio e così, gradatamente, la loro esistenza si limita all’attesa di “piccole dosi di affetto” che l’amante riesce a donare loro negli incastri di tempo.

“All’inizio faceva di tutto per vedermi. Io sentivo di averlo riportato alla vita e lui mi faceva sentire la donna più attraente del mondo. Con il tempo però le cose cominciarono a cambiare. Fabio aveva sempre meno spazio per me e arrivammo a vederci una sola volta al mese.
Sapevo che avrei dovuto chiudere ma non riuscivo e continuavo a farmi bastare quelle poche ore di attenzione che mi regalava”. Romina, 42

Le parole di Romina evidenziano la fatica della dipendente affettiva a svincolarsi da queste relazioni anche quando sopraggiunge la consapevolezza dell’illusione sulla quale si fondano.
L’impossibilità di svicolarsi per timore della solitudine e la fatica di accettare di non essere veramente amata, spinge a permanere in questo legame distruttivo che infligge duri colpi all’autostima rinforzando l’idea di “non essere degna d’amore”.
Spesso questi rapporti proseguono per anni fino a quando un elemento esterno (di solito la scoperta da parte della moglie) non interviene per porre fine al legame.
La dipendente affettiva a questo punto dovrà fare i conti con la devastazione emotiva provocata dalla relazione disfunzionale.

Perché la dipendente affettiva sceglie un uomo sentimentalmente impegnato?

Le motivazioni di questa scelta sono molteplici:

  • in primo luogo l’abitudine a ricevere poco amore fin dall’infanzia, condizione che spinge ad accontentarsi anche di pochi gesti affettivi e a scambiare “briciole di amore per pagnotte”
  • la “sfida” di riuscire a farsi amare da uomini impossibili rinunciando a tutto per loro
  • l’idea dell’amore come tormento, come un premio da riuscire a conquistare donandosi completamente all’altro
  • infine, la motivazione più profonda è la PAURA. Come ben spiega l’autrice e psicologa Gianna Schelotto nel suo libro “Ed io tra di voi. Le amanti e le loro illusioni”, la condizione di amante spesso nasconde il timore di coinvolgersi in una relazione vera, perché troppo rischiosa.

La logica inconscia sottesa a questa scelta si potrebbe tradurre con questa frase “Se scelgo un uomo già impegnato, che mi può solo donare briciole di tempo… difficilmente potrà deludermi più di cosi”. Al contrario, coinvolgersi in una relazione con una persona libera e disponibile espone al vero rischio di una delusione.
Ovviamente si tratta di un meccanismo difensivo distorto che non protegge la dipendente affettiva dal dolore.
E così questa donne finiscono con l’“inseguire un amore impossibile per paura di quelli possibili” diventando schiave di amori infelici perché hanno paura di vivere.

“Ora però siete qui! Siete qui perché avete compreso che dovete trovare un altro modo per guarire dalla fame, spezzando la catena del digiuno e cercando dentro di voi gli ingredienti per sfornare l’unico pane capace di saziarvi, il Pane dell’Amor Proprio.” Guardando tutte le principesse negli occhi in cerca della loro complicità, concluse dicendo: “Perché nessuno di voi dovrà più essere una Mangiatrice di Briciole”.
Estratto da “La Principessa che aveva fame d’amore” (Maria Chiara Gritti 2017)

Maria Chiara Gritti: Psicologa e psicoterapeuta a Bergamo, esperta nel trattamento della dipendenza affettiva, da anni conduce gruppi terapeutici sulla love addiction. Ideatrice di un percorso di guarigione innovativo sulla dipendenza amorosa, tiene corsi di formazione rivolti a psicologi per diffondere l'applicazione del suo metodo di intervento. www.psicologobergamo.com
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