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Arte e Terapia

Marnie: la donna intrappolata nell’identità di bambina

L'incastro di coppia tra Mark e Marnie

La mente geniale e, certamente un pò perversa di Hitchcock, lascia in penombra la “presunzione” arrogante che caratterizza il personaggio di Mark, enfatizzando l’aspetto romantico e giustificando le azioni dell’uomo mosso dai suoi sentimenti.

Prestando attenzione ai particolari Mark, invece, non sembra agire spinto dall’unico desiderio di amare e far star bene Marnie, ma di dimostrare a se stesso di essere in grado di riuscire in un’impresa impossibile: capire il mistero e la causa del disturbo della donna.

E ancora Marnie in una scena parlando con Mark osserva:

“se vuoi fare il medico perché non parti da te stesso? tu hai una patologica fissazione per una donna che non solo è una delinquente confessa ma che urla appena tu ti avvicini”

L’intreccio tra i due personaggi, sembra perfetto: la donna fragile e patologica e l’uomo forte ma, in fondo spento dentro, che ha bisogno di dare nuova linfa vitale alla sua esistenza.

Il personaggio di Marnie

Credo che nel personaggio di Marnie, per quanto estremizzato e caratterizzato da patologia, si possano rispecchiare quella parte di ogni donna rimasta intrappolata dentro la propria identità di bambina, che aspetta ancora di essere amata da una madre assente e anaffettiva.

Molto spesso all’esterno queste donne hanno assunto la maschera di persone apparentemente perfette ed indipendenti, nell’intento inconscio di allontanare gli altri da loro stesse perché sono convinte di non essere degne di essere amate, non essendolo state nemmeno dalla propria madre.

Il personaggio di Mark

Così come rappresentato da Hitchcock non è possibile tratteggiare meglio il personaggio di Mark – anche se conoscendo la genialità e la sottigliezza mentale di questo registra sono convinta che, se la mentalità dell’epoca glielo avesse permesso, avrebbe affrontato in ben altro modo le tematiche del film – e questo mi concede la licenza di voler credere che Mark sia semplicemente un uomo innamorato e meraviglioso, ma mi sento, da non addetta ai lavori, di consigliare a tutte le Marnie che c’è in voi, di non aspettare che un Mark Ruttland vi salvi da voi stesse.

Hai visto il film e vuoi raccontarci il tuo punto di vista? Lascia un commento oppure mandaci la tua opinione!


Curatrice della sezione: Arte e Terapia. Avvocato penalista, appassionata di cinema e affascinata dall’introspezione che attraverso il cinema ognuno di noi può compiere. “Anche nella mia esperienza professionale mi capita spesso di incontrare donne che sono state dipendenti affettive. Si tratta solitamente di donne intelligenti e capaci in diversi settori della vita che, tuttavia non sono state in grado di spezzare legami malati. Certe di non poter vivere senza il proprio carnefice, hanno sopportato per lungo tempo umiliazioni, privazioni e maltrattamenti, convinte che fosse il loro prezzo dell’amore, sino a quando hanno raccolto il coraggio per dire basta ed essere risarcite per quanto subito”.


2 commenti
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    fabrizio

    Di proposito ora non ho letto l'articolo e senz'altro ho visto il film, ma avrei difficoltà a rivederlo. Se leggo il romanzo riesco comunque a cogliere il messaggio del film? Grazie.

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    Fabrizio

    Ho finito di leggere stanotte alle 4. Il romanzo differisce in alcune parti anche di non poco conto, ma le conclusioni sono simili. Ritrovo in pieno il tema della dipendenza e molto altro. È un racconto che ha dato il via a un tumulto di pensieri e di sensazioni. La ringrazio molto per questi spunti originali e preziosi.

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