La Difesa del Diagnosticare l'altro
“Mi sono fatta raccontare la storia della sua infanzia e credo di aver incontrato un altro evitante… la cosa mi spaventa molto”. Marisa
Questa difesa si innesca per una ragione ben precisa.
Solitamente la dipendente affettiva si “butta” nella relazione idealizzando il compagno senza essersi concessa un vero tempo di conoscenza dell’altro. Attraverso il percorso psicoterapeutico comprende questo deleterio meccanismo e tende a reagire nelle successive relazioni con un’eccessiva valutazione dell’altro studiandolo come una sorta di “cavia” assicurandosi che questa volta nulla le possa sfuggire.
Si tratta di un tentativo di avere in controllo sulla situazione illudendosi così di non farsi più coinvolgere dalla persona sbagliata.
Potremmo chiamarla una forma estrema di razionalizzazione anch’essa comprensibile e fisiologica che dovrebbe tuttavia allentarsi con il tempo lasciando spazio alle “vere difese” di cui parleremo nel prossimo articolo.
E se questa difesa continua ad esserci?
La persistenza di questa difesa potrebbe generare una profonda insicurezza che porterà ad enfatizzare ogni limite dell’altro percependolo come una minaccia insostenibile. In altre parole è come se la persona vivesse la relazione in un costante stato d’allerta che le impedisce di lasciarsi andare dentro la relazione.
La terza difesa è la sfiducia nella relazione e nella possibilità di trovare un partner “sano”.