“Ho capito quali meccanismi mi portano ad annullarmi dentro le relazioni e sono riuscita a trovare un equilibrio da sola. Ma ora ho paura, un’immensa paura di soffrire ancora, di non capire che dinanzi a me c’è la persona sbagliata… e allora cerco di tenermi alla larga dalle relazioni”. Lorena
La paura di credere ancora nell’Amore
Il vissuto di Lorena introduce un importante tema che appartiene a molte donne che dopo un percorso proficuo di scoperta di se stesse e di abbandono dei meccanismi tipici della dipendente affettiva, si trovano a confronto con un’altra paura: il timore di ricadere, di sbagliare ancora, di permettere che qualcuno possa alterare l’equilibrio raggiunto con tanta fatica e sofferenza.
“Ora che sto bene ho paura che lasciando entrare qualcuno nella mia vita, io possa di nuovo mettere i miei bisogni al secondo posto e non voglio che succeda”. Chiara
Il timore che i “vecchi schemi” possano riattivarsi in modo automatico nonostante le competenze e conoscenze acquisite, è sempre in agguato e l’inizio di un nuovo rapporto può essere vissuto con angoscia.
Queste preoccupazioni spesso spingono le persone che sono riuscite a svincolarsi da un rapporto tossico ad attivare delle “difese” che le proteggano dalla minaccia di ricadere di nuovo.
Quali sono le più frequenti difese utilizzate per allontanare la preoccupazione di una ricaduta nella Dipendenza Affettiva?
La Difesa dell’Evitamento
Come espresso nelle testimonianze citate, uno degli atteggiamenti più frequenti è quello di “tenersi” alla larga dalle relazioni e dalla possibilità di un nuovo incontro. Questa difesa tiene al riparo dalla possibilità di soffrire ancora e preserva il benessere appena acquisito della conquista di se stessa e della propria vita.
Questa fase di solitudine può essere considerata sana e fisiologica, tenuto conto il poco tempo che la dipendente affettiva in passato ha dedicato a se stessa e spesso assolve la funzione di rafforzare l’identità attraverso la sperimentazione di gratificazioni individuali.
Questa condizione con il tempo dovrebbe ammorbidirsi lasciando spazio al desiderio di amare, questa volta in modo nuovo, più consapevole dei propri bisogni.
Cosa accade se questa difesa persiste per troppo tempo?
Se l’evitamento persiste per troppo tempo prima o poi si creerà nella donna un forte malessere generato dal conflitto tra il naturale desiderio di amare ed essere amata e la paura di soffrire ancora.
La seconda difesa che frequentemente riscontro nelle mie pazienti è la tendenza ad incasellare in una diagnosi la persona che stanno cominciando a frequentare.
“Mi sono fatta raccontare la storia della sua infanzia e credo di aver incontrato un altro evitante… la cosa mi spaventa molto”. Marisa
Questa difesa si innesca per una ragione ben precisa.
Solitamente la dipendente affettiva si “butta” nella relazione idealizzando il compagno senza essersi concessa un vero tempo di conoscenza dell’altro. Attraverso il percorso psicoterapeutico comprende questo deleterio meccanismo e tende a reagire nelle successive relazioni con un’eccessiva valutazione dell’altro studiandolo come una sorta di “cavia” assicurandosi che questa volta nulla le possa sfuggire.
Si tratta di un tentativo di avere in controllo sulla situazione illudendosi così di non farsi più coinvolgere dalla persona sbagliata.
Potremmo chiamarla una forma estrema di razionalizzazione anch’essa comprensibile e fisiologica che dovrebbe tuttavia allentarsi con il tempo lasciando spazio alle “vere difese” di cui parleremo nel prossimo articolo.
E se questa difesa continua ad esserci?
La persistenza di questa difesa potrebbe generare una profonda insicurezza che porterà ad enfatizzare ogni limite dell’altro percependolo come una minaccia insostenibile. In altre parole è come se la persona vivesse la relazione in un costante stato d’allerta che le impedisce di lasciarsi andare dentro la relazione.
La terza difesa è la sfiducia nella relazione e nella possibilità di trovare un partner “sano”.
“È troppo difficile trovare qualcuno che non abbia problemi…è troppo complicato stare bene in una relazione… ormai non ci credo più”. Fabrizia
Questa sfiducia solitamente si innesta dopo la conclusione di una o più relazioni nella quale la donna si è sentita profondamente “ingannata” da un partner che, dopo una splendida presentazione di se stesso, gradatamente fa emergere una profonda incapacità di amare.
Questa dinamica, tipica dell’incastro tra narcisista e dipendente affettiva, genera come principale effetto collaterale quello ledere profondamente la fiducia della donna rispetto alla propria capacità di valutare l’altro ma soprattutto alla possibilità di fidarsi nuovamente di un uomo.
Smascherato il meccanismo di manipolazione tipico del narcisista, la donna tende a rimanere in una posizione difensiva di sfiducia che la metta al riparto da altri possibili soprusi psicologici.
La fatica di credere ancora nell’amore a seguito di queste esperienze dolorose può rappresentare una necessaria fase di elaborazione delle sofferenze ma dovrebbe lentamente ridimensionarsi portando la persona a rileggere situazione come specifica di quella fase e generalizzabile a tutte le esperienze future.
Cosa aspettarsi se non succede
Se ciò non avviene il rischio è un impoverimento della persona stessa si priverà della possibilità di esprimere la sua capacità di amare e donarsi in modo sano nelle relazioni.
In tutte le situazioni in cui le difese diventano rigide e perseverano per troppo tempo è necessario intervenire affinché la persona possa apprendere modalità più adeguate di proteggersi che nel prossimo articolo verranno esplorate.
Questo è il motivo che mi ha spinto a pensare ad un gruppo avanzato Dipendiamo di II livello dedicato a tutte le persone che, dopo aver compiuto il primo importate passo di presa di consapevolezza dei propri meccanismi e di svincolo da relazioni disfunzionali, si trovano a fronteggiare la fatica di “ripartire” e credere ancora nella possibilità di essere felici con un partner.
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A presto con l’articolo su come apprendere modalità di difesa più adeguate per non ricadere nella Dipendenza Affettiva.
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