Concedersi/accordarsi il diritto di essere felici
Quanto è difficile darsi il permesso di essere felici?
Essere felici vuol dire essere vivi. Per proteggerci spesso congeliamo i nostri sentimenti. Eppure, avere un cuore, essere fragili, riconoscere di avere bisogno di cure (da parte di noi stessi e anche da parte di chi ci ama) è qualcosa di meraviglioso.
Sapere di potersi affidare a qualcuno che ci ama è forse il più grande atto di amore.
Così come concedersi la possibilità di essere felici, credere di poter meritare amore, sentirsi degni di ricevere amore.
Vivere pienamente la vita vuol dire anche questo:
“Sei tu il mio secondo cuore, sei l’estate che mi fa spogliare […] Una luce che riesce a entrare […] Adoro il bisogno di te, più me”.
Questa ultima frase è indicativa: adoro il bisogno di te, più me.
Spesso il/la dipendente affettivo/a durante l’infanzia non ha ricevuto le cure necessarie al consolidamento dell’autostima una volta adulto, questo lo/la convince che per meritare amore deve sempre fare qualcosa oppure conquistare ciò che sembra irraggiungibile. Il famoso gusto della sfida o anche amore briciola. Il mistero di una situazione ambigua e indefinita che risveglia instabilità…
Bisogno come scelta o come dipendenza?
C’è una grande differenza fra il bisogno inteso come scelta e il bisogno inteso come dipendenza.
Nel primo caso siamo consapevoli – si tratta dunque di un’azione positiva; nel secondo caso invece siamo inconsapevoli – si tratta dunque di un qualcosa che è fuori controllo e che lentamente indebolisce sempre più il potere personale, l’autostima e l’amore di sé.
Dunque, tornando al brano “La vita che ho deciso”, la protagonista decide di accogliere le proprie fragilità, capendo che la parte ritenuta debole è in realtà la sua Forza.
È il meraviglioso vuoto da cui attingere per trasformare l’ombra in luce. Ed è proprio grazie alle fragilità che noi proviamo desiderio di bellezza, proviamo speranza e volontà di amare, ancora e ancora.
Perché ci sono sempre nuove occasioni. Nuove stagioni. Nel moto perpetuo e continuo del rinnovamento della vita. Non lo si può fermare, ma solo vivere, come fosse una danza che ci accompagna cullandoci verso l’equilibrio della coppia, sempre e comunque nel rispetto del proprio sentire.