“Non rovinare mai il tuo presente per un passato che non ha futuro”, citava William Shakespeare.
Già da allora, lo studio del “tempo” era un tema particolarmente sentito, oggetto di ricerca, soprattutto nella fisica e nella filosofia. Ai giorni nostri, probabilmente, lo è ancora di più, poiché siamo continuamente bombardati da sollecitazioni che ci portano fuori di noi, quando invece è il nostro stato “di presenza” che determina la qualità della nostra vita.
Passato, presente, futuro: quale tempo sto vivendo veramente?
Personalmente ho vissuto gran parte della mia esistenza ancorata al passato, e a tutto quello che questo attaccamento comportava: malinconia, sensi di colpa, paure. Ricordo che, da bambina, lasciare un luogo mi generava un forte senso di perdita, lasciare le persone era un dramma, per non parlare poi del rapporto con la morte, che mi risvegliava un vuoto immenso. Anche la fine di una esperienza era lì a far riaffiorare la mia ferita di abbandono.
Ho vissuto gran parte della mia vita legata a qualcosa che non c’era più, a qualcosa che non potevo cambiare, ad un ricordo agro-dolce che riempiva il mio sentire. La mia attenzione era lontana, focalizzata sulla mancanza, anziché su ciò che c’era.
Il lavoro su me stessa, in questo senso, mi ha insegnato molto, soprattutto a vedere con altri occhi tutte le lotte, le tragedie e il caos che generavo, e a concentrarmi maggiormente sul momento presente, l’unico che effettivamente esiste.
La rinascita è stata possibile accogliendo tutto il dolore del passato: solo in questo modo è realizzabile un vero cambiamento. Non esistono scorciatoie: occorre impegno, costanza, coraggio, volontà e perdono verso sé stessi per far sì che questo processo alchemico sia portato a compimento. Poi c’è un momento in cui tempo e pazienza vengono ripagati ed accade uno scatto dentro di noi. E possiamo finalmente vedere con altri occhi.
Nel presente ho fiducia nel futuro ringraziando il passato
Questi ritengo siano passi fondamentali nella guarigione della dipendente affettiva: il suo dramma è legato al fatto di restare ancorata ad una idea fuorviata del passato, mentre coltivare un atteggiamento positivo ora, in questo momento, ci permette di guardare con fiducia anche al nostro futuro.
Quindi, ringraziamo il nostro passato per tutto quello che ci ha insegnato e concediamoci di guardare con benevolenza all’oggi, che ci riserva grandi sorprese.
“Per conoscere bene una verità bisogna averla combattuta” Novalis, Frammenti.
Abbiamo combattuto e ora siamo liberi: usciamo dalla nostra prigione e facciamo tesoro di ciò che abbiamo appreso!
E togliamoci di dosso le preoccupazioni per il futuro: il presente è il solo e unico tempo dove tutto ha luogo. Non occupiamoci “prima” di qualcosa che deve ancora accadere: godiamoci ciò che viviamo ora e la perfezione che ne deriva. La vita è nelle nostre mani!!
Suggerisco, su questo tema, la lettura di un libro che è stato (ed è) per me illuminante: “Il potere di Adesso” di Eckhart Tolle. È un libro in cui ogni parola è densa e ci riporta ad un livello di consapevolezza superiore.
Ne cito un passaggio:
“Ogni dipendenza nasce da un rifiuto inconsapevole di affrontare e superare il proprio dolore. Ogni dipendenza comincia con il dolore e finisce con il dolore. Voi utilizzate qualcosa o qualcuno per mascherare il vostro dolore. Ecco perché, quando è passata l’euforia iniziale, vi è tanta infelicità, tanto dolore nei rapporti amorosi. Questi non causano dolore e infelicità; tirano fuori il dolore e l’infelicità che sono già in voi. Questo è il motivo per cui la maggior parte della gente cerca sempre di sfuggire al momento presente.”
Queste parole credo non necessitino di nessun commento, ma solo di profonda accettazione.
Pandora: una storia di rinascita e di speranza
Ne ho trovato risonanza con l’albo illustrato “Pandora” di Victoria Turnbull (Edizioni Terre di Mezzo).
Questa è la storia di Pandora.
Pandora vive tutta sola in una terra piena di oggetti rotti e lì si è costruita una bella casetta. Ma nessuno va mai a trovarla, così passa il tempo a riparare e cucire quello che riesce.
Questo passo iniziale ci conduce già nella terra del dolore, dove la protagonista sceglie di vivere, tra oggetti rotti che gli altri hanno scartato. Si accontenta di questa vita perché le è famigliare.
Le nostre esperienze “rotte” ci bloccano nel passato e portano avanti il senso di solitudine e l’attaccamento al dolore che conosciamo già.
Per contro, Pandora fa rinascere, con la sua creatività, gli oggetti che gli altri scartano: quando “cuciamo” le nostre ferite e lavoriamo sul riparare le nostre convinzioni, le cose si modificano. La scintilla della guarigione è sempre presente in noi.
Infatti un giorno, un uccellino ferito cade dal cielo e il mondo di Pandora inizia a cambiare. Ora non è più sola e comincia ad occuparsi dell’uccellino: lo tiene al sicuro, lo cura, lo aiuta con pazienza a riacquisire la capacità di volare.
Anche qui ritorna il tema dell’occuparsi dell’altro per non sentire le ferite che risuonano dentro di noi.
Nel caso di Pandora, l’uccellino le mostra anche quello che lei stessa sta ricercando: la capacità di volare e di aprirsi al nuovo.
L’uccellino piano piano, grazie alle cure, vola e riacquisisce forza; saltella in giro ma poi ritorna sempre da Pandora, portandole doni da paesi lontani.
Fino a che, un giorno, non torna più.
“Credeva che le si sarebbe spezzato il cuore.”
Questa è un’immagine molto famigliare alle dipendenti affettive. Il cuore “si spezza” perché la mancanza va a risvegliare il grande vuoto interiore, come cita “Il Potere di Adesso” e il dolore sembra inarrestabile.
Ma un seme, portato in dono dall’uccellino in uno dei suoi viaggi, piano piano comincia a generare una bellissima pianta fiorita e il mondo, giorno dopo giorno, sembra a Pandora meno grigio.
Fino a che una mattina, si risveglia con il calore del sole, con il cinguettio degli uccellini. Apre la porta e si trova in una terra piena di vita. E anche l’uccellino ritorna.
Questa è una storia di rinascita e di speranza. Le nostre capacità di rigenerazione sono infinite e se riusciamo a vedere le opportunità di crescita nel nostro dolore, potremo portare calore al nostro presente. E anche la nostra vita si rianimerà di presenze positive per noi.
Le immagini che accompagnano il testo, ci permettono di sentire le emozioni che vivono nel cuore di Pandora in forte risonanza col nostro. Le pagine via via emanano calore, quel calore che le dipendenti affettive ricercano, e di cui hanno fortemente bisogno. E i colori morbidi ci richiamano un senso di pace, quella pace che solo il momento presente ci dona.
La vita è Adesso! Ricordiamocelo!
Attività: MEDITAZIONE SUL PRESENTE
La meditazione è la pratica che, più di tutte le altre, mi ha consentito nel tempo di capire come restare nel momento presente. Dopo aver sperimentato diverse forme di meditazione guidata, generalmente ad occhi chiusi e in posizione seduta (sul web se ne trovano di ogni tipo), mi sono resa conto che potevo meditare in molti altri modi: scrivendo, cucinando, ballando, guidando. Il solo atto di restare presenti a sé stessi è meditazione.
Proviamo quindi a sperimentare questo senso di presenza nelle azioni quotidiane, allenando il nostro osservatore interno a stare sveglio.
Mentre stiamo compiendo qualsiasi azione, chiediamoci: “Io dove sono? Sto realmente vivendo il momento presente?”. E percepiamo cosa nasce da questo spazio.
Oltre ad avere l’impressione di recuperare molto tempo e ridurre notevolmente lo stress, ci sentiremo più in forze ed energici.
Provare per credere!!
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