Tra pochissimo sarà Natale, la festa della Luce, e la maggior parte di noi sente, in questo momento, maggiore necessità di condividere, di rallentare i propri ritmi e dedicare spazio ai propri cari, in un clima caldo e festoso. Questo periodo dell’anno fa risvegliare in noi quella scintilla che per buona parte dei nostri giorni rimane addormentata nel cuore: quella della gratitudine.
La gratitudine come energia per il nostro corpo
Troppo spesso ci dimentichiamo di ringraziare per ciò che siamo e per i privilegi di cui godiamo, alimentando quel senso di vuoto e di carenza che è alla base delle dipendenze. Se ci concentriamo su ciò che non abbiamo, o su ciò che abbiamo perso, proviamo malessere e tristezza, ed è la condizione in cui la società consumistica cerca di mantenerci per controllarci.
La gratitudine, invece, è vita, è energia, è uno stato dell’essere che coinvolge tutti i sensi. È la preghiera più grande che abbiamo a disposizione.
La gratitudine determina un’ampia gamma di benefici per la salute psico-fisica dell’uomo. Numerosi studi scientifici hanno confrontato gruppi di individui che, a parità di condizioni psicologiche, economiche e sociali, si distinguevano esclusivamente per il tipo di atteggiamento orientato o meno alla gratitudine, ed i risultati sono stati stupefacenti.
Coloro che erano in grado di sviluppare questo stato, riscontravano:
- una positiva variazione della frequenza cardiaca, con minori rischi di ipertensione
- maggior benessere e una visione più positiva della vita, non orientata al lamento bensì alla soddisfazione, con conseguente riduzione degli stati depressivi e dei vissuti di invidia
- un miglioramento della qualità del sonno
- un miglioramento dell’umore
- maggiore autostima e fiducia verso sé stessi
- maggiore empatia e capacità di offrire supporto emotivo agli altri
- risultati scolastici e lavorativi di gran lunga migliori, grazie alla maggiore collaborazione e senso di appartenenza al gruppo
- relazioni sentimentali più appaganti
Cosa significa essere grati?
Il video che vi propongo di seguito, tratto da una serata teatrale “Io ringraziare desidero” condotta da Jovanotti e dalla poetessa Mariangela Gualtieri, ritengo sia uno dei più emozionanti che io abbia mai visto sul significato della gratitudine.
Le parole di questo video commuovono profondamente, toccano corde sotterranee del nostro essere.
Questo significa che, provando gratitudine, possiamo sviluppare umiltà, rispetto, gioia. Notiamo una perfezione nei dettagli della vita, nelle piccole cose, scorgendo in esse un’essenza divina.
Essere grati ci permette di provare amore incondizionato.
Vedere la meraviglia in ogni cosa, provare stupore per ciò che abbiamo, è una condizione che contiene in sé miracoli.
Saper ringraziare, una vera e propria capacità
“Grazie” è una delle prime parole che conosciamo da piccoli, quando ci viene insegnato che ringraziare gli altri è “buona educazione”, una convenzione sociale da seguire perché è “buona norma”, un ricambiare un favore che ci viene fatto. Man mano che diventiamo adulti, però, ci rendiamo conto che il suo significato è ben più ampio.
Saper ringraziare è una vera e propria capacità emotiva che vale la pena di coltivare in quanto è un antidoto naturale verso tante patologie! Ed è una scelta che possiamo compiere momento per momento nella nostra vita.
Ragionando in quest’ottica cominciamo a comprendere che ogni incontro, ogni esperienza ha un preciso significato per noi, ci sta insegnando qualcosa. E allora tutto assume una valenza completamente diversa. Siamo perfino in grado di ringraziare coloro che ci hanno fatto del male perché riconosciamo in quella situazione un’occasione di apprendimento per noi.
Tutte le persone con cui veniamo a contatto sono i nostri “allenatori”: stanno permettendoci di sviluppare le nostre potenzialità, anche se spesso non ne siamo consapevoli. A volte rimaniamo attaccati a pensieri di rancore verso di loro solamente perché non siamo in grado di vedere il regalo che stiamo ricevendo: la possibilità di conoscerci meglio e di migliorarci.
In questo Natale, proviamo a cambiare punto di vista e contemplare un nuovo modo di vedere gli altri e le situazioni che viviamo, alleniamoci a dire “GRAZIE” alla vita. Adottiamo questo nuovo stile di vita!
Un albo illustrato per approfondire il tema della gratitudine
Benvenuti a Grimloch Lane, dove sta per accadere qualcosa di magico che cambierà tutto…e tutti”.
Esplorando il tema della gratitudine, voglio segnalarvi anche l’albo illustrato “Il Giardiniere Notturno” di Terry e Eric Fan, edito da Gallucci.
È un albo che ci mostra quanto gli incontri possano cambiare la nostra prospettiva, e trasforma, pagina dopo pagina, le nostre emozioni, verso un nuovo finale.
La storia è ambientata a Grimloch Lane, una cittadina triste, già descritta dalle illustrazioni cupe e senza parole che precedono l’inizio della storia. Le prime immagini rimandano ad un uomo con una lunga scala e una foglia nel taschino che si muove per le strade: è il giardiniere notturno, una figura molto interessante che, nella notte, trasforma gli alberi in meravigliose forme di animali.
William, un ragazzino dell’orfanotrofio, si affaccia, di primo mattino, alla finestra e vede qualcosa di strano. Scende le scale di corsa, esce e, davanti a sé, si ritrova un albero che ha preso la forma di un grosso gufo.
Tutto è accaduto nella notte. Le foglie del gufo sono di un bel verde intenso a differenza del resto del paesaggio, alle persone e agli edifici che sono spenti e monotoni.
“William passò tutto il giorno a contemplarlo meravigliato e continuò a fissarlo finché fu buio e non si vide più niente”.
Il mattino seguente un altro albero è stato trasformato e lo stupore si diffonde tra gli abitanti della cittadina.
Così come le mattine seguenti. Tutti giungono ad ammirare questi capolavori che, con il passare dei giorni, acquistano colore. L’umore delle persone si trasforma.
Una mattina William viene attirato dalla folla, che si sta dirigendo verso un nuovo capolavoro: un grosso drago, una creazione meravigliosa, la più bella.
Si susseguono i festeggiamenti tutto il giorno intorno al drago, poi William decide di rincasare. Proprio allora vede qualcuno che non conosce, e si domanda se possa essere proprio lui, il giardiniere notturno. Così lo segue.
“Ci sono tanti alberi in questo parco, mi farebbe comodo un aiuto.”
È proprio lui: il Giardiniere Notturno!!
William e il giardiniere lavorano fino a notte fonda, dando vita, insieme, a grandissimi animali di foglie.
La mattina seguente tutti gli abitanti della cittadina arrivano felici al parco. William si sveglia ai piedi di un albero e trova, vicino a lui, un regalo con un biglietto da parte del giardiniere notturno: è una grossa cesoia.
In questo passaggio commovente della storia, ci troviamo di fronte ad un nuovo finale che si sta costruendo per William. Il giardiniere notturno gli dona il suo strumento di lavoro, oltre che le sue conoscenze, e gli permette così di riscattarsi rispetto alla sua situazione iniziale. Ma…
“Col passare del tempo le foglie cambiarono colore, e caddero. Alla fine non rimase nessun segno che il Giardiniere Notturno fosse mai stato a Grimloch Lane. Ma gli abitanti della cittadina non furono mai più gli stessi”.
Grimloch Lane era cambiata per sempre ed anche William lo era, grazie al giardiniere.
Quando ho letto questa storia, mi ha ricondotto proprio ad una sensazione di magia, di gratitudine, all’idea di quanto gli incontri, apparentemente casuali, ci possono cambiare la vita e condurci verso la nostra vera natura.
Proprio in questo momento, in cui sto scrivendo, sono consapevole che non starei facendo questo articolo se non fossi andata, nella domenica precedente Natale di esattamente due anni fa, in una libreria di un altro paese vicino al mio (in cui non vado mai) e non mi fossi imbattuta nel libro “La principessa che aveva fame d’amore” di Maria Chiara Gritti.
Sono grata per questo incontro che mi ha permesso di esprimere la mia essenza.
E così è per tutti: siamo sempre nel posto giusto e nel momento giusto per apprendere qualcosa di nuovo.
Proprio come il nostro protagonista della storia, William, che partito da un orfanotrofio, si ritrova a raccogliere l’eredità del Giardiniere Notturno, diventando anche lui un bravissimo giardiniere.
Questo è il potere della gratitudine: produrre miracoli!