In questo articolo affrontiamo l’argomento del Ricatto Emotivo, una sottile ma potente forma di manipolazione, nella quale una persona a noi vicina ci minaccia, in modo più o meno diretto, di punirci se non dovessimo rispettare le sue prescrizioni o aspettative.
È diffuso associare questa dinamica all’interno di un rapporto di coppia, perché in genere il ricatto emotivo è messo in atto da persone con cui abbiamo relazioni strette, con le quali abbiamo un forte legame affettivo, e quindi che sia proprio il partner a mettere in atto il ricatto per ottenere da noi qualcosa che non rispecchia le nostre esigenze.
Ma approfondiamo insieme questo argomento, per comprendere meglio chi è il ricattatore, quali tipi di ricatto può mettere in atto e cosa fare per uscire da questo malsano tunnel.
Come possiamo definire il Ricatto Emotivo?
Innanzitutto partiamo con il ben identificarlo: il ricatto emotivo è una forma di manipolazione psicologica. Quest’ultima consiste nel tentativo di controllare ciò che dice, fa e sente l’altra persona, violando i suoi diritti.
Infatti il ricatto consiste nell’utilizzare emozioni e sentimenti per far leva sui punti deboli dell’altro per ottenere ciò che si vuole.
Qual’è l’identikit del Ricattatore?
Solitamente pensiamo che il ricattatore sia una persona egoista, subdola e meschina; tuttavia questa prospettiva è una spiegazione riduttiva di questo fenomeno emotivo perchè la realtà è ben diversa: chiunque è in grado di manipolare un’altra persona perché il ricatto è spesso un’arma utilizzata dalle persone che più amiamo.
Come facciamo quindi a riconoscere il Ricattatore Emotivo? Ecco alcune elementi importanti:
- È una persona che conosce molto bene la sua vittima, sa perfettamente quali sono le sue debolezze al punto da far leva su di esse per poi lasciarla totalmente senza forze. Chi ci ricatta insinua in noi il senso di colpa, facendoci sentire responsabili per il suo malessere quando disattendiamo le attese.
- Conosce l’importanza e il valore che diamo alla relazione: sapendo che vogliamo il suo amore e la sua approvazione, ci minaccia di privarci di uno o dell’altra, facendoci credere addirittura che dobbiamo conquistarli e meritarli.
- Ha una grande abilità nello stravolgere i nostri pensieri più profondi: si spinge fino al punto da convincere la vittima che quello che pensa non sia “normale”; il suo obiettivo è quello di mettere in discussione la sua percezione di quello che è successo realmente.
- È molto abile nel presentarsi come completamente diverso da quello che realmente è: in questo modo la vittima non si rende conto dell’abuso psicologico che sta subendo, ma al contrario è accondiscendente.
A causa di questi comportamenti, la vittima spesso si sente confusa, disorientata e ansiosa: nel profondo sente che c’è qualcosa non va, capisce che c’è qualche incoerenza, ma non riesce ad ammetterlo, poiché è convinta che sia lei a sbagliare.
Quali sono i principali artefici del Ricatto Emotivo?
La letteratura individua cinque tipologie principali di persone ricattanti: punitivi, autopunitivi, vittime, seduttori e il gaslighting.
I punitivi
Solitamente sono molto chiari nelle loro intenzioni: fanno sapere alla vittima quello che vogliono e le conseguenze a cui andrà incontro in caso non fosse accondiscendente.
“Se accetterai quel lavoro, sappi che me andrò” […] “Se mi lasci non vedrai più i bambini”
Gli autopunitivi
Usano delle strategie di ricatto più sottili e subdole: solo soliti far leva sulla compassione e cercano di far sentire la vittima responsabile per loro. Il loro ricatto si esprime informando la vittima che se non farà quello che loro vogliono, ne saranno così turbati da addirittura stare male. Possono arrivare a minacce riguardanti la loro salute fisica, il farsi del male, la messa in pericolo della loro felicità.
“Se accetterai la promozione al lavoro e farai più ore, diventerò talmente triste che arriverò a togliermi la vita”
Le vittime
Non minacciano la vittima e non minacciano neppure di farsi del male, però sono molto attenti nell’informarla in modo inequivocabile che se non farà quello che vogliono, loro soffriranno e la colpa sarà esclusivamente sua.
“Se domani sera uscirai con le tue amiche dovrò stare a casa da solo, pensa come come starò male; potrebbe anche succedermi qualcosa ”.
I seduttori
È la categoria di ricattatori più subdola: sono quelli che incoraggiano, promettono cose positive ma poi chiariscono che, se la vittima non si comporterà come loro vogliono, non riceverà nulla.
“Non puoi pensare di fare quello che vuoi dopo che ho rinunciato a tutto per te, sappi che d’ora in poi non sarà più così!”.
Gaslighting
Il manipolatore in questo caso usa il ricatto in modo sottile, quasi difficile da identificare. Il carnefice mette in atto delle strategie che portano la vittima a dubitare delle sue capacità mentali, distorce la realtà affinché questa non possa capire veramente cosa stia succedendo.
Il ricattatore può inventare falsi ricordi con i quali incolpare la persona sotto ricatto, così che questa arrivi a convincersi di ciò che gli viene raccontato, anche se in realtà ovviamente non è vero.
“Alla festa di ieri sera mi sono sentito umiliato, hai flirtato con tutti i ragazzi che ti hanno parlato”.
Il ricattatore costruisce la sua rete poco alla volta, senza che la vittima se ne renda conto.
Come fare per capire se siamo vittime di un ricatto emotivo?
Non è assolutamente facile rendersi conto di essere vittima di un ricattatore, tuttavia se ci lasciamo guidare dalla nostra bussola interiore e ascoltiamo gli indizi che ci fornisce, forse il percorso verso la consapevolezza sarà meno difficoltoso.
Vediamo insieme alcuni dei comportamenti da analizzare per rendersi conto se la richiesta dell’altro è sana oppure no:
- La PRETESA: se il nostro partner avanza delle pretese verso di noi, sicuramente nella relazione c’è qualcosa che non funziona. In un amore sano le pretese non esistono.
- Il RIFIUTO: quando abbiamo un pensiero diverso dal nostro partner e lui si dimostra arrabbiato o irritato, facendoci inoltre sentire responsabili del suo malumore, abbiamo sotto gli occhi un altro indizio che ci dovrebbe guidare. I ricattatori non accettano nulla che non sia come vorrebbero che fosse.
- La PRESSIONE all’altro: lo vogliono costringere a cambiare idea, a fare quello che loro vogliono che faccia. Sono disposti a qualsiasi cosa pur di convincere l’altro che il loro punto di vista è l’unico possibile. Fanno leva sul senso di colpa per portare avanti il loro gioco.
- La MINACCIA: solitamente se attraverso la pressione non riesce a raggiungere il suo obiettivo, lo step successivo del ricattatore è la minaccia, in cui vengono espresse alla vittima tutte le conseguenze negative del loro comportamento, in termini di dolore, sofferenza, sfortuna e addirittura di morte.
- Il CIRCOLO VIZIOSO: quando tutti gli step precedenti si ripetono ciclicamente, significa che il circolo vizioso del ricatto si è ormai innescato. Il ricattatore a questo punto non permetterà più alla vittima di affrontare l’argomento, le metterà pressione, scatenerà in lei i sensi di colpa, rinfacciandole le peggiori cose.
Quando la vittima cede all’OBBEDIENZA, il ricattatore ha ottenuto il suo scopo. Il carnefice ottiene sempre più terreno in questa battaglia e sarà portato a ripetere questo schema di comportamento altre volte. La vittima in questo modo cade sempre di più nella sua trappola.
Come si può uscire dal tunnel del Ricatto Emotivo?
Anche se può sembrare impossibile, si può uscire da questo circolo vizioso.
La prima cosa da fare è riconoscere quello che sta succedendo e rendersi conto di trovarsi incastrati in modalità relazionali disfunzionali e pericolose: se dentro di noi sentiamo che nel rapporto c’è qualcosa che non va, ascoltiamo le nostre sensazioni e cerchiamo di agire per il nostro benessere.
Il secondo passo consiste nel cercare di capire quali sono le motivazioni che non ci permettono di staccarci dal ricattatore: come mai non riusciamo a uscire da una relazione così negativa? Cosa stiamo sbagliando? Come mi posiziono io all’interno della relazione?
L’ultimo step è quello più difficile: dobbiamo cercare di correggere i comportamenti che ci fanno star male e quindi avere il coraggio di mettere in atto questo grande cambiamento: scegliere di uscire dalla relazione malata.
Una delle cose fondamentali da ricordare è che nelle relazioni sane ed equilibrate l’amore non è sotto ricatto, non si compra e non conosce condizioni.
Il segreto è la presa di coscienza
A volte riuscire a distaccarsi emotivamente da certe persone è la migliore soluzione per il nostro benessere, anche se non è facile.
Non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla convinzione che stare soli sia negativo o addirittura terrificante: è la ferita causata dal senso di abbandono che ci porta a pensare questa cosa, ma curare questo dolore in modo adeguato, partendo da noi stessi, ci permetterà poi di riconoscere il vero amore.
Saper accettare il cambiamento può avere come risultato immediato un disagio ancora maggiore, ma ciò è provvisorio, poiché in vista di un profondo e vero benessere personale.
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