Scrivere il romanzo breve contemporaneo “La storia segreta di Cenerentola” è stata una sfida difficile, lunga e sofferta poiché la trama si intreccia sia con il mio vissuto che con una parte verosimile che possa rendere piacevole il racconto.
Il mio vissuto è quello di una bambina divisa tra due famiglie e le mie parole sono state scritte in parte descrivendo argomenti conosciuti in prima persona.
Il “complesso” di Cenerentola
Il tema principale è sicuramente il “complesso di Cenerentola” che nasce durante l’infanzia e può compromettere le relazioni personali e le future scelte del/della partner ideale.
La paura di molte donne di rimanere in solitudine viene nutrita dal desiderio della profonda parte incosciente: ecco quindi che abbandonano loro stesse, le proprie passioni e le attività per un amore che altro non è che un uomo Narciso “vampiro di energia”.
Occorre una grandissima forza d’animo per non arrendersi mai ed avere il coraggio di toccare il fondo, di bruciarsi come cenere e rinascere spiritualmente come una Fenice che incarna in un solo tempo l’oggi ed il futuro senza disperdere o rinnegare il passato e ciò che si è stati.
Ci si scotta stando vicino a persone sbagliate, continuando a ripetere gli stessi errori o perseverando in una stagnante immobilità che ci illude che tutto possa cambiare senza nessuna reazione.
La via di rinascita e di riscatto è quella di avere l’energia per respirare, per guardare fuori dalla finestra e capire che la vita è adesso. Anche se abbiamo perso tempo, tutto ha un senso.
Spesso per arrivare ad un risultato, il cammino è contorto ed inspiegabile come in un romanzo ed il “visse felice e contenta” non arriva mai.
Spero che tutte le donne possano essere felici o vivere amori meravigliosi ma più spesso ci troviamo di fronte a figure femminili molto forti ma rese fragili.
A quante violenze quotidiane assistiamo: drammi psicologici, fisici o lavorativi senza distinzione di età. Bambine, adolescenti o donne mature che lottano ogni giorno con un buio che in alcuni casi dirige verso la debolezza di non vedere la vita d’uscita.
Il mio lieto fine
La mia Cenerentola è una donna moderna in fase di riscatto che, mentre sta venendo inghiottita e la sua voce vuole essere soffocata, ad un certo punto finalmente reagisce e non resta senza parole. Non accetta di sgretolarsi ancora e di essere abbattuta.
La trama che ho ridisegnato insegna che la vita ha un lieto fine quando non ci si abbandona al dolore e la paura non vince; la luce esce dalle crepe con la consapevolezza della forza d’animo e dell’indipendenza.
Ed ecco che questa Cenerentola moderna è come uno “scarabeo che esce dall’ambra” che l’aveva imprigionata.
L’eco della sua voce è come uno tsunami che risuona nell’aria.
E così può essere sé stessa, né una regina né una principessa, perché chi la amerà non vorrà niente di diverso da quello che è.
La vita è una ed è magica se ci fermiamo ad “ascoltarci dentro” per viverla incondizionatamente.
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