Bisturi addicted, così vengono definite quelle persone che sviluppano una dipendenza dai trattamenti di chirurgia plastica ed estetica. Questa patologia si manifesta nella continua ricerca di interventi che vadano a correggere, modificare e migliorare alcuni presunti o effettivi difetti corporei.
La dipendenza da chirurgia plastica non è ancora una categoria diagnostica a sé stante, ma viene inserita tra i sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo o dismorfofobia. Le persone che soffrono di questa patologia manifestano una eccessiva preoccupazione per la propria immagine corporea, legata ad una visione distorta del proprio aspetto esteriore: si sentono in un corpo che non gli appartiene e verso il quale nutrono sentimenti di rabbia e disgusto. La propria immagine corporea diventa per queste persone un pensiero totalizzante, ossessivo che consuma energie e risorse, compromettendone gravemente la qualità di vita.
È proprio questa insoddisfazione per il proprio aspetto che porta a ricorrere ad interventi correttivi, per modificare quel naso troppo grande, quelle pronunciate rughe di espressione, quei fianchi troppo abbondanti. Il fatto è che gli interventi hanno poi raramente l’effetto desiderato o comunque, la soddisfazione per il proprio aspetto e l’incremento dell’autostima successive all’intervento, sono solo temporanee o addirittura assenti.
L’insoddisfazione del Bisturi addicted
Quello che di solito succede ai bisturi addicted è che l’attenzione di queste persone si “sposti” su un nuovo difetto o a volte anche sullo stesso perché non pienamente soddisfatti del risultato. Ed è così che si innesca una catena senza fine di insoddisfazione e interventi che danno luogo ad un vero e proprio circuito dipendenziale.
È proprio la soluzione che queste persone adottano per limitare la sofferenza provocata dalla percezione del loro aspetto, diventa un fattore che rinforza e sostiene la sintomatologia.
Questo accade perché la non accettazione non risiede nell’esteriorità della persona bensì nella sua psiche: il corpo è solo il terreno in cui si manifesta la lotta con le parti di sé non accettate e gli interventi correttivi divengono dei tentativi mai pienamente soddisfacenti di saziare quella profonda fame di accettazione e amore.
I retroscena della bisturi addiction
Il presunto difetto e le strategie per ovviarci assumono la connotazione di pensieri ossessivi che provocano nelle persone un grande dispendio di tempo ed energie.
Spesso l’ossessione del corpo funge da vero e proprio distrattore: le persone dismorfofobiche si concentrano sulla propria immagine corporea ritenuta da loro come più controllabile e gestibile, rispetto al mondo emotivo che avvertono come completamente fuori controllo. Attraverso l’attenzione data ai propri difetti, evitano di affrontare qualcosa di più profondo che immaginano come troppo doloroso, pauroso, faticoso e sul quale sentono di non poter agire in alcun modo.
Il corpo e il ricorso ad interventi migliorativi rappresentano dunque solo la punta dell’iceberg della problematica. Agire su di esso, modificandolo, migliorandolo, trasformandolo non comporta mai una piena e duratura soddisfazione: prima o dopo riappare sempre la necessità di sottoporsi a nuovi trattamenti, di aumentare la “dose”, in una spirale che comporta spesso anche danni fisici importanti.