Il Problema della difficoltà di dire “No”
La tendenza ad accontentare i bisogni altrui e appresa da piccoli perche si impara che dire “no” e scortese e poco gentile e che anteporre i bisogni personali a quelli altrui ferira le persone. Queste convinzioni disfunzionali possono attivare un senso di colpa quando si rifiuta una richiesta altrui e, pertanto, per evitare di sentirsi egoisti, si diventa nel tempo “eccessivamente” altruisti a scapito dei propri bisogni.
Impatto di questa dinamica
Tali dinamiche possono essere presenti in una relazione d’amore dove il partner tende ad assecondare le richieste altrui perche teme di perdere l’altro creando un circolo vizioso di paure e sottomissione che si autoalimenta. Non esistono più confini, la persona si perde e si fonde con i desideri dell’altro, non sa più chi e e cosa vuole.
Quando emergono sintomi fisici, malessere generalizzato, attacchi di ansia come reazione al blocco emotivo e comportamentale, la persona chiede aiuto e, in un percorso di psicoterapia, si lavora su queste dinamiche disfunzionali per comprendere da dove derivano e come e possibile uscire dalle catene nelle quali il partner si sente intrappolato. Si lavora sul senso di colpa che puo emergere dopo un “no”, ci si espone al conflitto di coppia che un “no” puo comportare e si apprende il concetto di “riparazione”, cioe il confronto successivo che rappresenta un momento prezioso nel quale condividere le intenzioni personali e incontrare le volonta dell’altro. Si passa lentamente da una relazione di tipo “sottomissione – dominanza” ad una relazione “alla pari”, sullo stesso piano che permette di porre lo sguardo verso di se e verso l’altro lasciando andare le sensazioni spiacevoli derivanti dal fare qualcosa “solo” perché e richiesto dal partner.
Imparare a Dire “No” in Modo Assertivo
Accade spesso che non si conoscono le modalità assertive di dire “no” perché non si e abituati a mettere limiti; quindi, si apprendono nella stanza di terapia attraverso l’utilizzo del gioco di ruolo (role playing) dove si mettono in scena diversi sistemi di comunicazione efficace.
Di seguito vengono descritti brevemente le tipologie di “no” che si possono condividere, da adattare al contesto e alla situazione specifica:
- “NO” diretto. «Non posso», «non mi piace», «non riesco»
- “NO” riflettente. «So che non vedi l’ora di fare una passeggiata questo pomeriggio, ma non posso venire»
- “NO” motivato. «Non posso pranzare con te perche ho una relazione che deve essere terminata entro domani».
- “NO” posticipato. È un modo per dire “no” ad una richiesta presente, ma lascia spazio per dire “Sì ” in futuro. «Non posso pranzare con te oggi, ma potrei farlo la prossima settimana».
- “NO” indagatore. È un modo di aprire la richiesta per vedere se esiste un altro modo per soddisfarla. «C’e un altro momento in cui ci vorresti andare?»
- Disco rotto. Ripetere la stessa frase di rifiuto piu e piu volte. È utile per le richieste persistenti.
La via all’accettazione di Sé e delle Relazioni
In una relazione affettiva, e necessario prendersi del tempo per «sentire» i propri bisogni prima di rispondere; e opportuno riconoscere le conseguenze a breve e a lungo termine delle scelte personali «e efficace nel lungo termine?»; condividerle dicendo «io vorrei che…, mi piacerebbe che…» e non puntare il dito verso l’altro; affrontare la discussione (stare nel conflitto, non evitare) con il partner mantenendo la propria posizione; tollerare l’assenza dell’altro (il vuoto) accogliendo la parte di se piu sofferente (self-compassion).
Durante il percorso di psicoterapia, la persona apprende che puo rifiutare una richiesta altrui ed essere ugualmente amato/a. Questa nuova consapevolezza e rassicurante e va a toccare la vera essenza, come persona amabile a prescindere dalle azioni personali.
DIRE “NO” ALL’ALTRO VUOL DIRE “Sì” A SE STESSI
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