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Quando l’amore è cieco: il viaggio emotivo di Lily in It Ends With Us

Siamo noi a dire basta

Lily è una giovane fioraia di Boston, creativa e appassionata del suo lavoro. Il destino la porta a incontrare Ryle, un neurochirurgo di successo, affascinante e tenebroso. Il loro primo incontro avviene in una sera qualunque, quando entrambi, persi nei loro pensieri, si trovano a condividere una conversazione sincera e inaspettata. Tra di loro scatta subito qualcosa: un’attrazione intensa, il brivido della novità e la sensazione di aver trovato una persona speciale.

La loro relazione inizia con slanci romantici e momenti di grande complicità, ma presto emergono ombre e segreti non detti. Ryle è un uomo segnato da un passato doloroso, da traumi che lo rendono imprevedibile, capace di gesti d’amore ma anche di azioni che lasciano cicatrici. Lily, a sua volta, custodisce una parte della sua vita nell’ombra, come a voler proteggere sé stessa e la propria storia. Tuttavia, quella segretezza cela un’ambivalenza profonda: può fidarsi davvero di lui? Può sentirsi al sicuro accanto all’uomo che ama?

Man mano che la loro storia si sviluppa, Lily si ritrova sempre più coinvolta in una rete di microaggressioni, silenzi dolorosi e parole squalificanti. Non sono le stesse violenze che aveva visto da bambina, ma il dolore che prova è altrettanto profondo e paralizzante. La speranza che tutto possa cambiare, che l’amore possa bastare a guarire le ferite, la trattiene dal voltare pagina.

Il momento di svolta arriva quando Lily diventa madre. Stringendo la sua bambina tra le braccia e osservando Ryle che la guarda con dolcezza, capisce con improvvisa chiarezza ciò che fino a quel momento aveva cercato di ignorare: non può permettere che sua figlia cresca con la stessa confusione che aveva vissuto lei guardando i suoi genitori. È in quel momento che sceglie di dire “basta”. Con forza e determinazione, spezza il ciclo della sofferenza e decide di non permettere che il dolore si trasmetta alla prossima generazione.

Perché è importante chiedere aiuto

Il film offre uno spunto di riflessione potente: spesso chi vive una relazione tossica non se ne accorge subito. La paura, la speranza e l’amore si mescolano in un intreccio complesso, rendendo difficile riconoscere il momento giusto per andarsene. Ma c’è sempre una via d’uscita. Un supporto psicologico può aiutare a:

  • Comprendere i segnali di una relazione problematica e le proprie emozioni.
  • Rafforzare la consapevolezza di sé e il proprio valore.
  • Sviluppare strategie per affrontare e superare situazioni difficili.
  • Spezzare il ciclo della ripetizione del trauma.

Se ti ritrovi in alcune delle dinamiche raccontate nel film o senti che la tua relazione ti provoca più dolore che felicità, non restare in silenzio. Parlare con uno psicologo esperto di relazioni può essere il primo passo per ritrovare la tua libertà e costruire un futuro sereno. Ricorda: l’amore non dovrebbe mai far male.


Psicologa psicoterapeuta specializzata in approcci sistemico-relazionali e nell’utilizzo della tecnica EMDR. La mia pratica si concentra sul sostegno alla genitorialità, sul trattamento dei traumi e come Terapeuta Dipendiamo sull'intervento nelle nuove dipendenze. Ricevo a Erba (CO) e on line.


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