Sempre più spesso si sente parlare di amore disfunzionale. Ma come si riconosce? In che situazione si manifesta?
Per rispondere in maniera più precisa a queste domande, il blog “Dipendiamo” ha selezionato il brano “Parole di burro”, di Carmen Consoli, cantautrice italiana, anche conosciuto come “Narciso”, singolo estratto dal suo quarto album “Stato di necessità” del 2000.
“Parole di Burro” e la relazione disfunzionale
Nella canzone “Parole di burro”, la protagonista, una dipendente affettiva, persona emotivamente fragile e con bassa autostima, racconta la sua relazione disfunzionale con un “Narciso”.
Ovvero illustra il disturbo narcisistico di personalità, che ricordiamo essere caratterizzato dal costante bisogno di essere ammirato, dall’idea grandiosa di sé e dalla mancanza di empatia.
Come riconoscere il Narcisista nelle relazioni disfunzionali?
Traendo spunto dal brano “Parole di burro”, andiamo ad elencare i tre principali aspetti del Narcisista nella relazione disfunzionale.
- Seduzione e Vanità
- Manipolazione e giochi di potere
- Egoismo e assenza di empatia
Vediamo insieme ognuno di questi aspetti, quali parti del testo ne parlano e come comprenderli nei meccanismi di relazione.
Seduzione e Vanità
“Conquistami […] ubriacami di ironia e sensualità […] Raccontami le storie che ami inventare […] Le tue nuove esaltanti vittorie”
Come è noto, il Narcisista vive della propria immagine, avvenente e curata. Seduce e conquista con parole di burro… Per questo, inizialmente, la Dipendente Affettiva ne rimane ammaliata.
In realtà, il suo atteggiamento nasconde, dietro ad una sublime apparenza, una profonda insicurezza. Mascherando la sua vera natura, attraverso l’esaltazione di sé e il racconto delle sue esaltanti vittorie, il Narcisista incanta la Dipendente ed inizia il suo assiduo lavoro di persuasione.
Manipolazione e giochi di potere
“Modellami […] Dammi un’altra identità […] Stordiscimi, disarmami e infine colpisci […] Sublime apparenza”
Una volta raccontante le esaltanti vittorie e conquistato il cuore della Dipendente affettiva, il Narciso passa alla fase B: la battuta in ritirata (!) Da questo momento in poi, da amante premuroso e impeccabile, si trasforma in un soggetto egoista e privo di empatia.
Assumendo comportamenti caratterizzati da umiliazioni e continue mortificazioni, il soggetto inizia a stordire ed a minare la sicurezza psicologica della Dipendente affettiva, disarmandola ed infine colpendola proprio nell’intimità della sua persona.
Così, ella diventa sempre più debole e, di conseguenza, bisognosa. È il principio della “love addiction”, della dipendenza affettiva. Il Vuoto emotivo della Dipendente cresce ed assume dimensioni sempre maggiori, nel tempo ella si convince non avere alcun valore e, per questo, di non meritare amore.
Egoismo e assenza di empatia
“Parole di burro, nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni”
La Dipendente affettiva, invece di mettere in discussione il comportamento ambivalente e manipolatorio del Narcisista, che prima la colpisce e poi la consola, si convince di esserne la causa.
Vive del senso di colpa di non essere abbastanza qualcosa. Questo procedimento interiore ed automatico, le rende difficile distaccarsi dal partner, che, invece di farle del bene, le causa dolore.
Ed è proprio in virtù di questa convinzione, che il Narcisista può continuare il suo lavorio, che, come una goccia cinese, finisce con il logorare la personalità della Dipendente, che, suo malgrado, si ritrova intrappolata nella sua rete… vittima di una relazione disfunzionale.
Quando la relazione fatta di “Parole di Burro”?
La relazione disfunzionale nasce quando le due personalità (Narcisista e Dipendente) si incontrano. Infatti, i due soggetti si attraggono e si completano inesorabilmente: l’uno alimenta i disturbi dell’altro. Ecco perché si parla di disfunzione.
La disfunzione è data dall’assenza di equilibrio nel rapporto: infatti, c’è una parte dominante (Il/la Narcisista) ed una sottomessa (Il/la Dipendente). Il Narcisista è convinto di essere superiore agli altri, mentre la Dipendente di esserne inferiore. In entrambi i casi, si assiste ad un’auto-immagine “falsata” di sé: nel primo caso esaltata, perciò al di sopra delle reali capacità, viceversa, nel secondo, purtroppo, ben al di sotto.
Poiché la Dipendente non si ritiene meritevole di amore, per poterlo ricevere accondiscende ogni bizzarra richiesta, senza valutarne la gravità o l’infondatezza.
Rinuncia così a se stessa e ai propri bisogni, anteponendo sempre quelli del partner e votandosi al sacrificio. Di contro, come ricorda May Sarton, nell’amore sano,
“Nessuna persona coinvolta in un rapporto dovrebbe sentire che per renderlo possibile, deve rinunciare a una parte essenziale di se stessa”.
Katia
Questo articolo mi ha ricordato la mia storia durata 3 anni e mezzo con un narcisista. Sono cadura in depressione, e grazie alla terapia Sto rinascendo. Mi consolo perché so che almeno ho accettato di avere un problema. Quindi per me ci sarà una via d'uscita