Iron Man, Capitain America, Batman, i Fantastici 4, i migliori supereroi della Marvel che ormai spopolano tra i maschietti più piccoli: come resistere alla tentazione di essere il più forte, il più invincibile, che sfida tutti salvando il mondo intero?
Donne Principesse e Uomini Supereroi: cosa è cambiato?
Fin dai primi anni del loro sviluppo, da numerose decadi, anno dopo anno, nuove e vecchie generazioni vengono stimolate attraverso molteplici modelli di riferimento che si differenziano principalmente per questioni di genere: mentre le bambine crescono con il sogno di diventare brave e belle principesse che aspettano di essere raggiunte e salvate dal vero amore, talvolta trascurando lo sviluppo e la ricerca di una forza inaspettata dentro di sé, ai bambini viene suggerito come riferimento un modello di super-uomo che, nella stragrande maggioranza dei casi possiede una notevole forza fisica e servendosi della potenza riesce a ristabilire l’ordine, diventare popolare, ricco e riconosciuto dall’intera comunità, oltre che estremamente affascinante e aitante agli occhi delle fanciulle.
Principesse che si salvano da sole
Alcune delle donne-principesse si sono risvegliate, ma stavolta non è stato il bacio del “principe azzurro” a dar loro la forza di rialzarsi. Molte di loro hanno ripreso in mano la propria vita e, con fatica, stanno iniziando a sentirsi più sicure, meno dipendenti dagli uomini, più forti e meno bisognose di conferme.
Sono delle donne che stanno combattendo per trovare il proprio posto e diventando protagoniste sul palcoscenico della propria vita.
E così su loro esempio anche le principesse hanno preso una nuova forma raccontandoci storie rivoluzionarie e lontane dalla tradizione patriarcale a cui siamo sempre stati abituati: nella sua storia Ribelle (Titolo originale: The Brave) trova il coraggio di sfidare le regole della tradizione ed essere se stessa, Oceania (Titolo originale: Moana)con coraggio sfida la sua famiglia d’origine per rincorrere e conquistare i suoi sogni più profondi ed infine Elsa, la principessa di Frozen (Il regno di ghiaccio) che senza l’amore o l’aiuto di un principe riesce ad accettare se stessa grazie, soprattutto, alla forza dell’amore della sorellanza.
Il super-eroe deve pagare un prezzo
E i maschietti? È storicamente noto che gli uomini abbiano sempre avuto e conservato numerosi privilegi rispetto alle donne: un compendio più alto, una considerazione sociale più elevata, esenzione da sessualizzazione o discriminazioni di vario tipo.
L’uomo ancora oggi cresce con il mandato-bisogno di essere una sorta di super uomo, un supereroe che trova dentro di sé la forza e la potenza per conquistare tutto quel che trova sul suo cammino, superando difficoltà e paure con la semplicità di un battito di ciglia.
Ma ciò che spesso non è stato preso in considerazione e sottovalutato è il prezzo da pagare in cambio di tutti questi privilegi.
Ad un uomo, per essere definito socialmente desiderabile e attraente, attraverso modelli più o meno espliciti come pubblicità, manifesti, cartoni animati, film, giochi, stereotipi linguistici, viene chiesto di essere
“…il più forte, il più bello, il più bravo, il più ricco, a dover risolvere tutti i problemi, a fare il vero uomo, a pagare sempre lui, a saper aggiustare tutto, a essere all’altezza di ogni situazione, ad apparire invincibile…”
(M. Gancitano, A. Colamedici – Liberati dalla brava bambina).
Il “maschio vero” cresce e si sviluppa, ancora oggi, con un’immagine di sé idealizzata e inaccessibile a chiunque e che sembra realizzabile solo in un mondo parallelo e fantastico, come quello dei supereroi, dei super-uomini.
Una nuova generazione di uomini-eroi: più umani, ma felici
La società in cui siamo inseriti non sembra lasciare molto spazio a uomini con caratteristiche diverse, che si sentono intrappolati e inadeguati a corrispondere ad un’immagine di sé così perfetta e infrangibile.
In questo panorama di prigionia ci sono ragazzi, uomini che percepiscono il peso di questo modello che li orienta alla perfezione, ma spesso accade che non riescano ad immaginare un modo alternativo per essere uomini e si scoprono spaesati, apparentemente privi di strumenti e capacità per essere “uomini nuovi”.
A questi uomini, che possiamo ritrovare nella figura del principe Filippo della favola “Maleficent – Il segreto della bella addormentata” (2014- remake in live action del classico Disney La bella addormentata nel bosco), occorre riconoscere il coraggioso e notevole sforzo di prendere le distanze dal modello rigido patriarcale nel quale si sentono intrappolati, ma si trovano ancora in una situazione transitoria in cui manca qualcosa che li faccia sentire pienamente se stessi e che li guidi ad una sana accettazione di sé.
Di conseguenza, talvolta sono spaventati dall’intraprendenza femminile, sembrano non essere in grado di corteggiare donne che si rivelano sempre meno “principesse da salvare” e incapaci di scavare dentro di loro risorse nuove rimangono incastrati in relazioni dannose, causa di sofferenze o addirittura traumi.
Come Filippo, hanno gli strumenti per riconoscere la propria fragilità ma non sanno come gestirla.
È in questo scenario che cresce sempre più la necessità di fornire agli uomini nuovi modelli, una nuova generazione di eroi che dimostri di trovare la forza a partire dal coraggio di conoscere e affrontare le proprie fragilità, che li renda un po’ più umani, ma felici.
C’è bisogno di uomini che vengano definiti super perché hanno avuto modo di condividere, conoscere e accrescere il proprio mondo interiore e che questo li possa condurre ad imboccare un percorso personale che li guidi a sentirsi attivi nella ricerca di chi vogliono essere e padroni della propria vita, senza che sia una donna a determinare il loro valore o il loro essere uomini.