Il film d’animazione Disney Frozen II – Il segreto di Arendelle, vanta una straordinaria colonna sonora, firmata da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, la coppia di compositori premiata con l’Oscar per Let It Go (Frozen – Il Regno di Ghiaccio).
Assorta nella visione e ascoltando con attenzione i brani più salienti, 3 in particolare hanno catturato la mia attenzione, così da iniziare ad analizzare i testi.
Tre brani, tre capacità per accrescere la nostra identità
Già dalla prima lettura, i 3 singoli, “Nell’Ignoto”, “Mostrati” e “Fai ciò che è giusto”, mi sono sembrati intrinsecamente connessi tra loro: i 3 testi se presi anche in quest’ordine, descrivono un percorso di crescita della nostra identità, quello che viene definito nelle favole il rito di passaggio o di iniziazione. In particolare, i brani sembra raccontino alcune delle nostre più preziose capacità che, se lavorano insieme, accrescono la nostra identità, quali:
- L’ascolto di Sé
- L’accoglienza del proprio sentire e quindi la capacità di auto-accettazione
- La capacità di azione, ovvero la capacità di realizzare/concretizzare un sogno, un progetto un’ambizione, portandolo a termine
Andremo adesso ad analizzare, tramite i brani selezionati, le tre capacità citate e, più nello specifico, come Elsa e Anna – protagoniste del film – incarnino il Potere della Sinergia grazie alla Forza della loro Sorellanza fino a diventare indubbie ambasciatrici di un potente messaggio: la collaborazione è la più preziosa delle nostre risorse. Un inno promosso da due figure diverse quale Elsa (magica e indomita che rappresenta una parte di noi in contatto con il mondo inconscio) e Anna (più razionale e senza poteri magici, una parte più concreta, capace però di conseguire e raggiungere risultati positivi).
Punto di partenza della nostra analisi è il concetto della “Sinergia”, dal greco “συνεργός” ovvero “lavorare insieme”: in generale, la sinergia può essere definita come la reazione di due o più agenti che lavorano insieme per produrre un risultato non ottenibile singolarmente. Il concetto è – come noto – applicato in tutte le discipline, dalla biologia alla sociologia, proprio quello di cui ci occuperemo di seguito.
Canzone “Nell’Ignoto”: L’ascolto di Sè
Una voce dal silenzio, come fosse un richiamo, sveglia Elsa nel sonno. Notiamo che nel letto c’è anche Anna che però non la sente, rimane addormentata: simbolicamente solo la parte Inconscia di noi (Elsa) riesce a sentire questa voce, mentre quella più Conscia di noi (Anna) no.
Inizialmente Elsa ne è infastidita, si sente invasa e desidera scacciarla, farla tacere. Quando capisce che non può impedirle di cantare, si alza e le va incontro. Dapprima rimanendo nel castello, poi uscendo fuori e capendo che la Voce proviene da lontano, forse da oltre i confini del regno… Elsa instaura un dialogo con Lei
“Io ti sento, ma non puoi darmi problemi!”.
L’ammonimento è frutto dei suoi trascorsi: è preoccupata, teme che come nel passato, i suoi poteri magici (che sì le permettono oggi di sentire e percepire cose che gli altri non sentono, ma che in passato, fuori controllo, hanno ferito la sorella) possano essere fonte di complicazioni, ad esempio minare il rapporto con Anna o l’equilibrio con il suo popolo
“Le persone che io amo sono tutte qua, è forte il tuo richiamo ma non mi catturerà!”.
Nonostante questo, però ne è attratta. Inizia così ad instaurare un vero e proprio botta e risposta musicale con la Voce,
“Cos’è che vuoi? Tu non mi fai dormire ormai”
Elsa comprende che questa desidera comunicarle qualcosa.
Forse è per questo che non la lascia dormire, si manifesta in modo insistente e prepotente. Sembra infatti non lasciarle altra scelta: l’Ascolto. Elsa finalmente attiva i canali di ricezione. Figuratamente questa scena potrebbe rappresentare l’Inconscio che chiama… Una Voce interna che sa cosa è giusto per noi, desiderando ciò che è davvero conforme ai nostri sogni e progetti…
Quindi, lasciandosi travolgere dal desiderio di inseguirla, le va incontro:
“Ma forse un viaggio nell’ignoto è ciò che voglio in più. Forse scoprirò quello che non so?!”.
Allora Elsa intravede una somiglianza con la Voce, quasi un senso di appartenenza, come fosse una parte di Sé che aveva taciuto, ma forse è giunto il momento di farla parlare?
“Lo sai che il mio posto non è affatto questo e, tu lo hai capito perché assomigli a me”
come fosse uno specchio pronto a svelarle la sua vera identità e l’origine dei suoi poteri:
“Grazie a te scoprirò quello che non so”.
Canzone “Mostrati”: L’accoglienza del proprio sentire
Il brano comincia quando Elsa trova Ahtohallan, un luogo magico e incantato dove sono racchiusi i ricordi di tutti e che detiene il segreto di Arendelle…
Non appena scorge il ghiacciaio di Ahtohallan, riconosce il canto che dall’inizio l’aveva attratta e capisce di essere nel posto giusto…
Si addentra nella grotta di ghiaccio e da subito percepisce un senso di familiarità con i luoghi
“Sento che tu sei, quell’amica che io non ho […] sono a casa qui, più di quanto mai sarò”
Inizia allora un dialogo con la Voce
“Sei la risposta che ora avrò ai dubbi miei. Dove sei? A un passo lo so”
la Voce risponde con dei vocalizzi, come per farsi trovare…
Poi Elsa scopre che la voce altri non è che lo spirito di sua madre, rifugiatosi ad Ahtohallan, e che la richiama a sé, affinché possa accettare pienamente sé stessa, i suoi doni magici e diventare così il Quinto Spirito, una sorta di entità capace di mettere in accordo gli elementi naturali (Acqua, Terra, Fuoco e Aria) portando finalmente l’Equilibrio sulla Terra.
Tuttavia, introducendosi nel cuore più profondo del ghiacciaio, Elsa scopre la verità, il segreto di Arendelle: la diga è stata eretta da Runeard, suo nonno, non come un dono di pace, bensì come un modo per ridurre le risorse dei Northuldri (il popolo a cui apparteneva sua madre). L’uomo era convinto che la connessione con gli elementi naturali potesse condurre i Northuldri a prendere il controllo sul suo regno, così uccise a tradimento il loro capo e questo fu l’evento che diede inizio al conflitto.
Il gelo causato da quel ricordo doloroso è troppo forte persino per Elsa, che nell’essersi spinta troppo oltre nelle viscere di Ahtohallan, si trasforma in ghiaccio. La ragazza però riesce comunque a usare i suoi poteri per trasmettere il ricordo ad Anna poco prima di venire congelata definitivamente.
Simbolicamente questa strana comunicazione fra le sorelle, ovvero la trasmissione del ricordo inviato da Elsa ad Anna, potrebbe rappresentare la connessione che esiste, in ognuno di noi, fra l’universo interiore e quello esteriore, entrambi lati della nostra identità
Universo interiore, in questo caso, impersonificato da Elsa che si trova nel ghiacciaio di Ahtohallan, immagine evocativa del nostro Inconscio più profondo; e universo esteriore, la realtà, incarnata da Anna, che riceve il messaggio di Elsa e trova il modo di rispondere al bisogno della sorella. Anna, quindi, traduce in azione quanto fra le righe Elsa le sta chiedendo: la diga deve essere abbattuta per ripristinare la pace. In questo modo Anna compie così il giusto passo: fa la cosa giusta.
Canzone “Fai ciò che è giusto”: La capacità di azione
Il brano inizia con la morte del pupazzo di neve Olaf, Anna ne è distrutta. Non ha notizie di sua sorella, che l’ha allontanata per affrontare da sola il ghiacciaio di Ahtohallan, e piange appoggiata ad un masso, senza speranze. Inizia così a cantare:
“Tutto è sempre più difficile, così buio che non sembra la realtà […] sono sola in questa oscurità”.
Raggomitolata sembra aver perso fiducia
“E soffro al punto che il peso mi schiaccia”
quando invece un nuovo pensiero la attraversa:
“Ma una tenue voce non si ferma mai. Non sai forse come fare, ma non puoi mollare, fai ciò che è giusto e vai, ossia quello che sto per fare, fai un passo e un altro e da lì vai”.
Anna ha ricevuto il messaggio di Elsa e comprende che per ripristinare la pace, la diga deve essere abbattuta, anche se questo comporterà la distruzione del Regno di Arendelle
“E’ la cosa giusta […] è una sola la possibilità […] è il giorno in cui dentro me sento che la vita d’ora in poi non sarà semplice, ma fai un passo e ascolta, volta per volta, e vai!”.
Capiamo che Anna ha compiuto un vero e proprio cammino di crescita. Ha raggiunto quella maturità della sua identità che le fa cogliere la complessità e l’imprevedibilità della vita, ma, nonostante questo riesce a recepire la richiesta della sorella, traducendola per l’appunto in azione giusta, anche se a volte questa può essere la scelta più difficile.
Il potere della Sinergia delle diverse parti della nostra Identità
In questa favola le due sorelle, Elsa ed Anna, incarnano la potenza della Sinergia e la forza della Sorellanza.
Ma non solo, entrambe potrebbero rappresentare due aspetti della stessa persona: l’uno più introverso, riflessivo e notturno, l’altro invece più estroverso, solare e concreto.
Quindi solo se tutte le parti della nostra identità, se ben equilibrate e capaci di lavorare insieme, possiamo avere una giusta crescita personale. Per questo credo che proporre modelli come Anna ed Elsa ai bambini di oggi possa essere davvero utile e importante ai fini della crescita e dell’introspezione.
I due aspetti citati, non solo abitano ognuno di noi come parti fondamentali della nostra identità, ma esistono anche nei gruppi di lavoro, nei sistemi organizzati, familiari ecc. Teoricamente ogni sistema dovrebbe essere strutturato in modo equilibrato: il lavoro di squadra ottiene risultati sempre superiori a quelli derivanti dalla somma del lavoro dei suoi singoli componenti, come un ingranaggio ben oleato dalle capacità dei singoli.
Notiamo infatti che alla fine del cartone animato Elsa ribadisce alla sorella Anna, che il successo lo hanno raggiunto insieme:
“Ogni ponte è fatto di due spalle e nostra madre aveva due figlie…”.
In conclusione, entrambi gli aspetti delle sorelle sono utili per realizzare i nostri sogni: questo alternarsi fra la capacità di sognare – quindi in contatto con la sfera emotiva – e la capacità di realizzare i sogni, sono caratteristiche complementari e preziose di cui fare tesoro per raggiungere sempre, e in qualunque circostanza, i nostri obiettivi, nonostante le difficoltà e le incognite che la vita, inevitabilmente, ci riserva.